19 th International Congress of the ISPS, New York 2015 - Gli psichiatri hanno bisogno di riconoscere la negazione?
Abstract
Dalla pubblicazione di Freud Die Verneinung nel 1925 gli psicoterapeuti hanno a che fare con il concetto di negazione. È nostra opinione che ci sia ancora confusione sull’esatto significato di questo termine. Come conseguenza, l’importanza della negazione nella pratica psicoterapeutica è spesso sottostimata. Nella teoria della nascita di Fagioli, il concetto di negazione è fondamentale. La negazione è una nozione che si riferisce alla realtà non cosciente. In contrasto con la bugia cosciente, che viene comunicata con il linguaggio verbale, la negazione si riferisce al pensiero non cosciente che si esprime con le immagini oniriche. Con il sonno avviene una trasformazione (scompare la coscienza, il linguaggio verbale, i movimenti del corpo) mentre compaiono le immagini dei sogni che sono una forma di linguaggio. La negazione opera a questo livello non cosciente e deforma le immagini. Con essa le qualità positive (soprattutto qualità mentali) dell’altro vengono prima intuite e poi immediatamente negate, se il rapporto con l’altro è caratterizzato da invidia. La negazione distorce la realtà del paziente e la sua abilità di interagire con l’altro. Di conseguenza il rapporto sarà caratterizzato da aggressività-distruttività. Un modo per identificare clinicamente questa deformazione è l’interpretazione dei sogni. Il compito dello psichiatra è perciò identificare e interpretare durante il processo psicoterapico la negazione nelle immagini oniriche deformate, al fine di rendere il paziente in grado di intuire e realizzare (invece di negare) le qualità dell’altro e integrarle nella sua realtà. Solo un rapporto interumano che sia libero dalla negazione può far superare al paziente la scissione ideo-affettiva, permettendogli di recuperare gli affetti e la possibilità di sviluppare rapporti evolutivi.